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Processo Grillo jr, è polemica sulle domande alla ragazza che ha denunciato

Continua oggi la deposizione della giovane. Ieri ha risposto per più di 5 ore ai quesiti del difensore di uno degli imputati, che ora denuncia alla stampa: "Ricevo pressioni, ma non riuscirete a intimidirmi"

Fascicoli in tribunale - Fotogramma
Fascicoli in tribunale - Fotogramma
14 dicembre 2023 | 09.26
LETTURA: 4 minuti

Riprende questa mattina, alle 10, davanti al Tribunale di Tempio Pausania in Sardegna, la deposizione della giovane italo-norvegese che nel luglio del 2019 ha accusato Ciro Grillo, il figlio del fondatore del M5S Beppe Grillo, e tre suoi amici, di stupro di gruppo. Ieri la ragazza, che oggi ha 23 anni, ha risposto per più di 5 ore alle domande dell'avvocata Antonella Cuccureddu, difensore di Francesco Corsiglia, imputato con Grillo junior, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria.

"Perché non ha morso durante il rapporto orale?", polemiche sulle domande alla ragazza

Non sono mancate le polemiche al termine dell'udienza, per le domande ritenute "troppo intime" poste dalla legale di Corsiglia alla giovane.

"Ma se aveva le gambe piegate, come ha fatto a toglierle i pantaloni?". Oppure: "Ci può spiegare come le sono stati tolti gli slip?". E ancora: "Perché non ha reagito con i denti durante il rapporto orale?". E tante altre. "E' stato un interrogatorio da Medioevo", ha detto alla fine dell'udienza l'avvocato Dario Romano, legale di parte civile della giovane, che difende con l'avvocata Giulia Bongiorno, ieri assente per impegni istituzionali al Senato. Domande molto intime, con riferimenti particolari a posizioni, che alla fine dell'udienza hanno portato la giovane a dire: "Mi sento svuotata, sono esausta, mi viene da vomitare", prima di lasciare il Palazzo di giustizia di Tempio Pausania, in Sardegna.

L'avvocata Cuccureddu, all'uscita, ieri sera, ha ribadito con i cronisti che non erano domande intime. Anzi, ha rilanciato: "Nei processi si ricostruiscono i fatti. Il fatto di cui discutiamo è un fatto di violenza sessuale e non c'è niente di intimo in una violenza sessuale. O è una cosa intima o è una violenza sessuale. E il processo si fa per capire se è stata una cosa intima o violenza sessuale". Alla domanda dei cronisti se in questo modo non c'è il pericolo di una vittimizzazione secondaria della ragazza, l'avvocata ha replicato seccamente: "Il concetto di vittimizzazione parte da un presupposto, che ci sia una vittima- ha detto- Il processo si fa per accertare se c'è una vittima. Dopo di che il processo si fa per accertare i fatti che sono sequenze di condotte che si realizzano in un luogo e in un tempo. Si deve chiedere cosa è accaduto, segmento per segmento". L'udienza inizierà proprio con le domande dell'avvocata Cuccureddu.

Legale imputato alla stampa: "Ricevo pressioni, non riuscirete a intimidirmi"

"Vi ringrazio per quello che avete scritto. Ma non credo che riuscirete a intimidirmi, io continuerò a fare il mio lavoro nell'unico modo in cui lo so fare facendo il mio dovere professionale fino in fondo". A dirlo, al suo arrivo al Tribunale di Tempio Pausania, è l'avvocata Antonella Cuccureddu dopo le polemiche sulle domande fatte ieri alla ragazza nel processo che si celebra a porte chiuse.

"Le domande che si faranno continueranno a riguardare i fatti di questo processo- dice ancora l'avvocata Cuccureddu - E' un processo su violenza sessuale e chiaramente non farò domande su furti di borsette ma semplicemente sui fatti e solo sui fatti". "Vi ricordo che tutte le domande che sono state poste ieri - prosegue- sono state vagliate, nonostante ci fossero state alcune opposizioni, da un tribunale che può lavorare in questo modo. Perché nel 1988 è stato introdotto il sistema accusatorio che ha il suo punto focale nel controesame, che può riguardare non i pianti ei sentimenti della vittima, può riguardare solamente i fatti".

Alla domanda su come i giornalisti l'avrebbero "intimidita", l'avvocata Cuccureddu replica: "Mi avete intimidita perché avete scritto che ho fatto domande che non erano ammissibili e avete riportato dichiarazioni in cui si dice che avrei fatto domande preistoriche o medievali contro la ragazza".

"E voi l'avete riportata - dice -, se il collega lo avesse detto a me avremmo riso insieme, perché entrambi conosciamo il codice, siccome voi la riportate la minaccia la subisco da voi".

E aggiunge: "Ho ricevuto centinaia di messaggi da colleghi e magistrati di grandissima solidarietà e supporto e da una infinità di vostri colleghi che mi hanno dimostrato grande solidarietà. D'altra parte mi hanno chiesto come mai facessi domande su come le hanno tolto i pantaloni". Poi annuncia che oggi "farà presente al Tribunale quanto sta succedendo in questo processo e qual è la pressione che sto subendo. Sono state stigmatizzate domande fatte dal Tribunale".

"Credo che la collega non conosca il Codice...", replica poi, a distanza, all'avvocata Ilaria Boiano, legale dell'associazione 'Differenza Donna', che oggi in una intervista, parlando del controesame di ieri con la presunta vittima della violenza sessuale, ha detto: "Siamo fermi a mezzo secolo fa quando il processo per stupro accusava chi subiva le violenze".

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